Modulo 5: Valutazione del rischio e piano per la sicurezza

1. Fattori di rischio per la violenza domestica
2. Valutazione del rischio
3. Il sesso e il genere nella valutazione del rischio
4. Piano per la Sicurezza
5. Comunicare il piano per la sicurezza e la valutazione del rischio

Focus su Ginecologia/Ostetricia, Chirurgia/Pronto soccorso e Pediatria
6. Ginecologia/Ostetricia
7. Chirurgia/Pronto soccorso
8. Pediatria

Focus sull’Odontoiatria
9. Odontoiatria

Fonti

Introduzione

Benvenuti nel Modulo 5: Valutazione del rischio e piano per la sicurezza. In questo modulo esplorerete le componenti critiche che caratterizzano la valutazione del rischio associato alla violenza domestica e la conseguente pianificazione degli interventi per la sicurezza. Ci addentreremo nell’identificazione dei fattori di rischio associati alla violenza domestica, nel corretto svolgimento di una valutazione approfondita del rischio e nella necessità di includere le differenze di sesso e genere nei processi di valutazione del rischio. Inoltre, presenteremo le strategie da adottare per la predisposizione di un piano di sicurezza e per una comunicazione efficace in merito al piano stesso e alla valutazione dei rischi. Infine, tra i temi in evidenza, verrà presentato un focus speciale su Ginecologia/Ostetricia, Chirurgia e Pronto Soccorso, Pediatria e Odontoiatria.
Obiettivi di apprendimento

+ Come condurre approfondite valutazioni del rischio.

+ Riconoscere le differenze di sesso e di genere nella valutazione del rischio e tenerne conto.

+ Comprendere e sviluppare strategie che favoriscano la sicurezza delle vittime.


La gestione del rischio implica una serie di strategie e misure condivise volte a rafforzare il benessere della vittima in tutte le fasce d’età, riducendo o eliminando la probabilità che l’autore del reato commetta ulteriori atti di violenza.1 La gestione del rischio può includere la semplificazione dell’accesso al sistema di assistenza e ai servizi, la ricerca di ulteriori consulenze e la valutazione costante del rischio.2 Infine, ma non meno importante, parte integrante degli sforzi per la gestione del rischio è definire un piano operativo per la sicurezza dopo la denuncia di violenza domestica.

Le attività relative alla gestione del rischio comprendono la gestione di diversi fattori di rischio e delle problematiche ad essi associate, quali…3

  • Affrontare subito i rischi immediati
  • Predisporre un piano di sicurezza (anche per i più piccoli o i minori)
  • Avviare colloqui con le vittime in merito alle alternative disponibili e metterle in contatto con i servizi più adeguati
  • Valutazione e gestione continua dei rischi nel corso del tempo, monitorando eventuali cambiamenti o escalation
  • Collaborazione con altri servizi condividendo le informazioni pertinenti.

Ricordatevi: Le vittime di violenza domestica provengono da tutti i contesti sociali, culturali, economici e religiosi, con età, sesso e orientamento sessuale diversi, comprese le persone con disabilità. Il fenomeno colpisce persone di ogni estrazione socio-economica e livello di istruzione. È importante capire che non esiste una “vittima tipo”.

Anche se molti dei video di presentazione ritraggono una donna come vittima in relazioni etero, non lasciatevi trarre in inganno. Qualsiasi persona può essere una vittima, compresi uomini, bambini, individui con disabilità o persone non binarie. Lo stesso vale per gli autori di reato. Per ulteriori informazioni sugli autori di violenza, consultare il Modulo 1. Inoltre, la violenza domestica può verificarsi tra coppie eterosessuali, coppie dello stesso sesso, genitori e figli, fratelli, zii, zie, cugini, nonni o persino coinquilini.


1. Fattori di rischio per la violenza domestica

Prima di far partire il video attivare i sottotitoli cliccando sull’immagine ad essi relativa e poi andare su impostazioni (immagine dell’ingranaggio) e cliccare su “sottotitoli” scegliere “traduzione automatica” ed infine scegliere “italiano” A questo punto far partire il video e compariranno i sottotitoli in italiano.

È importante individuare la presenza di fattori di rischio che aumentano la probabilità di un’escalation della violenza e che possono portare ad un nuovo attacco.5 Questi fattori comprendono le caratteristiche psicologiche e psicosociali di entrambi, autori e vittime, nonché le dinamiche all’interno della relazione autore-vittima.6 È essenziale sottolineare che questi non sono fattori di tipo causa-effetto.7 Comprendere i fattori di rischio è un elemento importante per rispondere in maniera appropriata alle segnalazioni di violenza domestica.8 I fattori di rischio non sono direttamente responsabili della violenza domestica, ma svolgono piuttosto il ruolo di elementi che contribuiscono alla violenza domestica. È essenziale ricordare che questi ultimi possono interagire in vari modi e in maniera complessa. Tuttavia, anche se alcuni fattori spesso coincidono con la violenza domestica, nessuno di essi ne è la causa diretta.

I fattori di rischio associati alla violenza domestica sono spesso analizzati secondo il modello ecologico9, considerando il fatto che i meccanismi variano a livello individuale, di relazione, di comunità e di società. Alcuni fattori di rischio sono riscontrati in modo coerente in tutti gli studi, mentre altri sono specifici del contesto, variando tra paesi e all’interno di paesi, come ad esempio in contesti rurali e urbani.

Fattori di rischio generali:


Possibili indicatori di rischio elevato: 10
· Cambiamento improvviso nel comportamento dell’abusante: “lui/lei è cambiato all’improvviso”.
· La vittima racconta: “lui/lei mi fa venire i brividi”, “lui/lei ha quello sguardo negli occhi”.
· Violenza verso gli animali domestici
· Abuso di sostanze, ad esempio alcolismo, droga, ecc.
· Strangolamento
· Gravidanza
· Separazione e divorzio
· La vittima ha una nuova relazione
· L’autore del reato ha perso la custodia dei figli
· Violazione di ordini restrittivi

  • L’autore di reato e la vittima hanno figli in comune
  • La rete familiare è utilizzata dall’autore del reato per raccogliere informazioni sulla vittima, coinvolgere membri della famiglia o amici per esercitare pressioni, ecc.
  • Le norme sulla protezione dei dati ostacolano il coinvolgimento di altri professionisti
  • Mancanza di informazioni e protezione difficile da ottenere per la vittima dopo la condanna e l’incarcerazione dell’autore del reato.

Sebbene esistano diversi fattori di rischio comuni alle varie forme di violenza domestica, possono esistere anche fattori di rischio specifici per alcuni gruppi.

Fattori di rischio specifici: Abuso post-separazione

Spesso si ha l’errata convinzione che, quando una relazione finisce, finiscono anche la violenza e i conflitti, ma in molti casi è vero il contrario. Invece di diminuire, la violenza può aggravarsi e diventare più intensa dopo la separazione. Ciò significa che molte vittime di violenza domestica continuano a subire violenze ripetute che proseguono anche dopo la separazione. 12 Questo aspetto è in linea con i dati che dimostrano che gli autori di violenza domestica spesso sottopongono le loro vittime a violenze ripetute e le ricerche internazionali, basate su statistiche in materia di criminalità, mostrano risultati variabili con un tasso di recidiva che va dal 15 al 60%. 13,14

Il termine “abuso post-separazione” definisce un modello duraturo e intenzionale di tattiche intimidatorie rivolte all’ex partner dopo la separazione. In sostanza, si tratta di utilizzare vari meccanismi per mantenere e rafforzare lo squilibrio di potere già esistente nella relazione. 15 La maggior parte delle ricerche sull’abuso post-separazione si è finora concentrata sulla violenza dei padri contro le madri, 16 ma l’abuso post-separazione può verificarsi per tutte le vittime di violenza domestica.

La fase successiva alla separazione può assumere diverse forme, tra cui le principali sono:

  • Violenza giuridica o legale, ovvero l’autore del reato utilizza mezzi legali per continuare a esercitare violenza in varie forme. Può includere l’avvio di procedimenti legali contro la vittima per controllarla o intimidirla, oppure il tentativo di ottenere l’affidamento dei figli o il diritto di visita con l’intenzione di esercitare un dominio e un controllo sulla vittima durante o dopo la separazione. 17, 18
  • La violenza economica come mezzo di controllo legale. 19 L’autore del reato può tentare di modificare gli accordi per il mantenimento dei figli, richiedere l’affidamento completo per evitare del tutto gli obblighi finanziari, prolungare a dismisura i procedimenti giudiziari per negoziare i pagamenti o rifiutare del tutto di adempiere ai propri obblighi finanziari. 20 Chi ricorre a questo tipo di abuso può mentire sulla propria situazione finanziaria, nascondere beni o cambiare lavoro per evitare di condividere le risorse. 21 Il prolungamento dei procedimenti giudiziari può anche comportare un onere finanziario per le vittime, poiché più a lungo si protraggono le trattative, maggiore è il costo per loro.
  • Minacce alla incolumità dei figli: Le ricerche hanno dimostrato che spesso i bambini sono coinvolti nella violenza domestica 22, il che significa che molti bambini si trovano a vivere in un contesto in cui c’è stata violenza tra i genitori e in cui l’abuso continua anche dopo la separazione. Questo permette all’autore della violenza di esercitare potere e controllo attraverso i figli, ad esempio usando i bambini come armi per controllare o manipolare l’altra parte, e può portare a una serie di conseguenze negative sulla salute fisica e mentale del minore e sulla sua qualità di vita. 23
  • Trauma e isolamento sociale: Tra le vittime di violenza domestica, i sintomi del trauma spesso persistono per molti anni dopo la separazione dall’autore del reato 24. In questi soggetti è stata segnalata un’alta percentuale di disturbi post-traumatici da stress (PTSD). 25 È necessario sottolineare che non solo la violenza fisica o sessuale grave ma anche altri tipi di violenza, apparentemente più lievi, possono portare alla comparsa di disturbi post-traumatici. 26 In molti casi, tali sintomi vengono interpretati come disturbi psichiatrici e somatici di altro tipo, ostacolando un’assistenza e un trattamento adeguati. 27 Inoltre, le persone che hanno subito eventi traumatici ripetuti e prolungati possono sviluppare sintomi più complessi, quali alterazione della normale sfera affettiva, somatizzazione, dissociazione e problemi legati all’attenzione, alla memoria, all’identità e alle relazioni. 28 Quando la vittima non viene sostenuta correttamente, ad esempio con interrogatori, colpevolizzazioni e sospetti durante gli incontri con i professionisti, c’è il rischio che la sua traumatizzazione e le altre conseguenze negative del trauma si aggravino. 29
  • Diffamazione della vittima: non è raro che le vittime siano ulteriormente vessate in vari processi sociali successivi alla vittimizzazione primaria 30 31 e questo viene talvolta definito come vittimizzazione secondaria. Le ricerche dimostrano che la vittimizzazione secondaria si manifesta come un senso di tradimento legato alle “aspettative della vittima di essere creduta, sostenuta e protetta quando invece viene accolta con atteggiamenti di biasimo, ignorando o minimizzando la sua vicenda”. 32
  • Molestie persistenti o stalking: Minacce, molestie, intimidazioni, potere, controllo, invadenza, reclusione e onnipresenza, cioè la presenza costante dell’autore del reato, che può persistere per molto tempo dopo la separazione. 33

La risposta della società all’abuso post-separazione ha implicazioni cruciali per le vittime 34,

poiché la vita dopo la separazione da un partner violento può essere caratterizzata da molte difficoltà. È assolutamente necessario che i professionisti che intervengono per primi conoscano meglio i segnali, i modelli e le conseguenze dell’abuso post-separazione in termini di salute mentale e fisica e di qualità della vita.

È fondamentale che la società prenda sul serio l’abuso post-separazione e offra risorse e sostegno alle persone colpite. Questo comprende l’accesso a rifugi, consulenze, assistenza legale e altre risorse che possono aiutare le vittime a riconquistare l’indipendenza e la sicurezza.

Qui potete scaricare la “Ruota del potere e del controllo dopo la separazione”: https://www.theduluthmodel.org/wp-content/uploads/2017/03/Using-Children-Wheel.pdf

Fattori di rischio specifici: Violenza domestica contro gli anziani 35

Fattori di rischio individuali:

  • Essere soverchiati dai compiti di assistenza a fronte di una preparazione o formazione insufficiente o inadeguata per le responsabilità di cura.
  • Capacità inadeguate a gestire lo stress dell’assistenza.
  • Elevata dipendenza finanziaria ed emotiva nei confronti dell’anziano vulnerabile
  • Conflitti familiari pregressi
  • Incapacità di stabilire o mantenere relazioni interpersonali positive
  • Mancanza di sostegno sociale
  • Mancanza di risorse finanziarie proprie

Fattori di rischio specifici che favoriscono il ripetersi dell’abuso 36

  • A livello individuale, esistono prove che suggeriscono una significativa correlazione negativa tra lo status socioeconomico della vittima e il ripetersi dell’abuso.
  • A livello interpersonale, analizzando il tipo di relazione tra l’autore e la vittima, la durata della convivenza è risultata un fattore predittivo migliore rispetto al tipo di legame (ad esempio matrimonio), per quanto riguarda il ripetersi dell’abuso. La pregressa storia di abuso fisico nella relazione è un importante fattore di previsione nella reiterazione dell’abuso.
  • Nel considerare la probabilità di reiterazione dell’abuso nelle relazioni di violenza domestica, i medici dovrebbero considerare la storia di violenza nella relazione, piuttosto che concentrarsi solo sulla gravità del reato.

2. Valutazione dei rischi

I dati dimostrano che le vittime adulte sopravvissute sono spesso in grado di prevedere il proprio livello di sicurezza e di rischio, e che questa è la valutazione più accurata del loro livello di rischio.

Pertanto, la comprensione e la valutazione del rischio iniziano dall’ascolto della vittima. Attraverso l’ascolto, i professionisti possono cogliere gli indizi e porre domande in merito ad eventuali segnali di violenza. La valutazione del rischio aiuta a comprendere se il rischio è basso o alto. 38

Quando le persone che hanno subito violenza avvertono il pericolo, devono essere prese sul serio. La violenza psicologica è un aspetto rilevante nelle relazioni di abuso e deve essere presa in considerazione in ogni contesto: come presagio di una futura violenza fisica e come parte dello spettro di comportamenti che caratterizzano la violenza domestica.

Per maggiori informazioni sulle responsabilità relative alla valutazione del rischio e ai piani di sicurezza tra i diversi soggetti che intervengono in prima linea (come la polizia, gli operatori sanitari, gli assistenti sociali e le ONG), si rimanda al documento Country Reports and Cross-National Comparison on the Risk Assessment Tools and Case Documentation used by Frontline Responders.

Definizione: Valutazione del rischio 39

La valutazione del rischio è una valutazione puntuale del livello di rischio. Il rischio è dinamico e può cambiare nel tempo. Ciò significa che è necessario rivalutare regolarmente il rischio e che eventuali cambiamenti devono rientrare nella future valutazioni e gestioni del rischio. La vostra valutazione deve includere il livello di rischio, nonché le azioni e gli approcci appropriati per la gestione del rischio. Dovete anche prendere in considerazione le informazioni pertinenti sulla situazione della persona che ha commesso il reato o della vittima.

Le azioni migliori per la valutazione del rischio con vittime che sono sopravvissute permettono a queste ultime di condividere la loro storia con voi e a voi di credere in loro riguardo a:

  • la propria esperienza di violenza
  • … la relazione
  • … come questo ha toccato i bambini della famiglia (cioè, comprendere il rischio corso dai bambini come vittime e superstiti a tutti gli effetti, che si può anche basare su una valutazione diretta dei bambini)
  • … le credenze, gli atteggiamenti e i comportamenti dell’autore del reato.

Per valutazione del rischio si intende la formulazione di un giudizio professionale sui fattori di rischio presenti, abbinati alla valutazione del rischio della vittima stessa, per determinare la probabilità di una futura violenza e il danno potenziale, comprese le lesioni gravi o la morte, che potrebbero derivare da una futura violenza. 40

Ulteriori informazioni sulla valutazione del rischio sono disponibili nel  Modulo 7.

Poiché il più valido indizio del rischio di violenza futura è il comportamento attuale e passato dell’autore del reato, è importante che la vittima venga ascoltata in merito alla sua percezione del rischio, al modo in cui ha gestito la propria sicurezza in passato e a quali sono i suoi piani per il futuro. Spesso le vittime si rendono conto di trovarsi di fronte a un pericolo imminente e hanno paura a tornare a casa. È fondamentale riconoscere e prendere sul serio le inquietudini che nutrono per la propria sicurezza. Per altre vittime può essere necessaria un’assistenza per valutare il rischio immediato. Si possono formulare domande specifiche per capire se è sicuro per loro tornare a casa. L’obiettivo principale è accertare se esiste un rischio tangibile e imminente di danni gravi. 41

Se esiste un rischio elevato e immediato, potete esprimere la vostra preoccupazione in merito alla loro sicurezza e parlare delle misure di sicurezza per evitare qualsiasi danno. Potete dire: “Sono molto preoccupato/a per la sua sicurezza. Vediamo cosa fare per evitare che le venga fatto del male”. 42

Questo video mostra un operatore che conduce una valutazione completa del rischio, utilizzando un giudizio professionale strutturato con una prospettiva intersezionale. Questo include l’identificazione dei fattori di rischio basati su dati concreti della persona sopravvissuta, la stima dei rischi subiti dai bambini e la raccolta di informazioni supplementari, se necessario.

Prima di far partire il video attivare i sottotitoli cliccando sull’immagine ad essi relativa e poi andare su impostazioni (immagine dell’ingranaggio) e cliccare su “sottotitoli” scegliere “traduzione automatica” ed infine scegliere “italiano” A questo punto far partire il video e compariranno i sottotitoli in italiano.

Esercizio di riflessione

(1) Elencare i fattori di rischio basati sulle prove che l’operatore individua per la persona sopravvissuta nel video.

(2) Riflettere su quanto siano importanti gli esempi che si basano sulle prove quando si deve valutare il rischio.

(3) Illustrare come l’operatore utilizza una prospettiva intersezionale durante la valutazione del rischio. Per ulteriori informazioni sull’intersezionalità, consultare il modulo 1.

(4) Esaminare come il video affronta la valutazione del rischio per i bambini.

Scaricare: Qui potete trovare la traduzione e adattamento della checklist.


Alcune persone temono che la decisione di parlare di suicidio possa spingere la vittima a commetterlo. Al contrario, parlare di suicidio spesso riduce la paura della vittima di avere pensieri suicidi e la aiuta a sentirsi compresa. I risultati di uno studio hanno dimostrato una chiara correlazione tra i casi documentati di violenza domestica e una maggiore probabilità di autolesionismo. Durante il periodo di studio, quasi un quarto delle persone che hanno subito violenza domestica ha messo in atto comportamenti autolesionistici. 43

È inoltre importante fornire una documentazione che indichi un rischio immediato di suicidio e autolesionismo, per facilitare una comunicazione efficace tra i colleghi e garantire la necessaria omogeneità.

Nei casi in cui esiste un pericolo imminente di autolesionismo o suicidio, è fondamentale che il paziente non venga lasciato solo, soprattutto se…

  • … la vittima manifesta pensieri o propositi concreti di suicidio o di autolesionismo
  • oppure
  • … esiste un’anamnesi di pensieri o propositi di autolesionismo nell’ultimo mese o un’anamnesi di autolesionismo nell’ultimo anno, e il soggetto appare ora estremamente agitato, violento, disperato o non comunicativo,

In questi casi, la vittima deve essere indirizzata immediatamente a un ospedale psichiatrico. È necessario chiamare un’ambulanza per il trasferimento. In caso di rifiuto, chiedere un consulto psichiatrico immediato o coinvolgere la polizia. La violazione della privacy non è un ostacolo legale in questo caso; la segnalazione di un grave pericolo di autolesionismo o di suicidio è obbligatoria.


3. Aspetti legati al sesso e al genere nella valutazione del rischio 44

La maggior parte delle valutazioni del rischio non prendono esplicitamente in considerazione gli aspetti legati al sesso/genere. Spesso questi strumenti non contemplano entrambi i sessi nelle loro check-list o utilizzano esclusivamente la forma maschile quando si riferiscono agli autori della violenza. Di conseguenza, se gli operatori sanitari hanno pregiudizi di genere, possono trascurare gli uomini come vittime di violenza domestica.

La percezione e le ipotesi sul proprio e sull’altrui sesso e genere sono importanti anche per gli aspetti specifici della valutazione del rischio. Ad esempio, la percezione di un’operatrice sanitaria può essere influenzata dal suo sesso (essere donna), dal suo genere (ad esempio, da come vede il suo ruolo di donna), dalla sua mentalità e dalle sue aspettative (ad esempio, una donna può essere anche molto aggressiva). Questo può avere un impatto sul modo in cui parla con le altre donne e con gli uomini (ad esempio, voce forte, contatto visivo). Ciò può anche influenzare il modo in cui valuta il rischio, gli aspetti riconosciuti come significativi (ad esempio, chi ha iniziato la sequenza di eventi) e il modo in cui percepisce la vittima (quali indizi sono più importanti per lei, ad esempio l’aspetto esteriore). Inoltre, influisce anche sul modo in cui viene percepita dalla vittima (uomo o donna) dagli altri operatori di primo soccorso. Per esempio, un operatore sanitario donna potrebbe essere visto come meno minaccioso da una vittima donna, che potrebbe quindi condividere più volentieri le informazioni.

Inoltre, la comunicazione può essere distorta quando i soccorritori percepiscono le donne come il “sesso debole” da proteggere. In questo scenario, la percezione di genere corre il rischio di rivittimizzare la vittima utilizzando parole sprezzanti e non considerandola, ad esempio, come un individuo autonomo. Il rischio è che le vittime non condividano tutte le informazioni rilevanti per la valutazione del rischio, perché non si sentono prese sul serio. In alternativa, un operatore sanitario potrebbe non prendere sul serio le denunce delle vittime maschili e sminuire l’accaduto, perché nella visione del mondo di questo professionista di primo soccorso è quasi impossibile concepire che anche gli uomini possano diventare vittime di violenza domestica, il che potrebbe sfociare in un’escalation di violenza perché gli operatori sanitari non intervengono per porre fine alla violenza contro l’uomo.

Un altro caso è quello in cui l’operatore sanitario potrebbe non chiedere alla vittima maschile se dipende economicamente dalla moglie, perché nel nostro contesto socioculturale si presume che gli uomini siano i capofamiglia e guadagnino più delle donne. Pertanto, potrebbero non essere consapevoli del fatto che la vittima di sesso maschile dipende finanziariamente dalla moglie e questo non emerge nella valutazione del rischio della vittima.

Di conseguenza, l’integrazione degli aspetti di sesso e genere negli strumenti di valutazione del rischio è fondamentale per gli operatori sanitari. Questi devono riconoscere i requisiti legislativi ed etici sull’uguaglianza di genere, riflettendo sul proprio comportamento e giudizio per attenuare i pregiudizi che potrebbero influenzare i risultati della valutazione del rischio. Anche nel caso in cui gli aspetti legati al sesso/genere vengono considerati di routine, gli operatori sanitari devono essere adeguatamente formati per tenerli in considerazione anche durante le valutazioni, assicurando che le domande vengano poste e interpretate in modo appropriato. Per ulteriori approfondimenti, consultare  modulo 8.


4. Predisposizione del piano operativo per la sicurezza

Prima di far partire il video attivare i sottotitoli cliccando sull’immagine ad essi relativa e poi andare su impostazioni (immagine dell’ingranaggio) e cliccare su “sottotitoli” scegliere “traduzione automatica” ed infine scegliere “italiano” A questo punto far partire il video e compariranno i sottotitoli in italiano.

La creazione di un piano di sicurezza può essere affrontata in vari modi, adattandosi alle circostanze individuali. Dovrebbe rispondere alle preoccupazioni immediate per la sicurezza ed essere facilmente adattabile al mutare delle circostanze. Anche se la vittima non può controllare il comportamento abusivo del partner, può mettere in atto misure per salvaguardare sé stessa e i propri figli. Un piano di sicurezza è una strategia personalizzata e pratica che identifica le azioni concrete che la vittima può mettere in atto per proteggere sé stessa e ridurre al minimo il rischio di danni.

Molte vittime che hanno subito violenza temono per la propria sicurezza. Altre vittime non ritengono di aver bisogno di un piano di sicurezza perché non si aspettano che la violenza si ripeta. Spiegate che la violenza domestica non è destinata a cessare da sola: tende a continuare, può aggravarsi nel tempo e può verificarsi più spesso. 45

Quando si elabora un piano di sicurezza per una persona che ha subito violenza, è importante iniziare con l’ascolto. Innanzitutto, ascoltate e fate domande su ciò che sta succedendo. Informatevi su ciò che la vittima già fa per aumentare la propria sicurezza e usatelo come base per aiutarla a immaginare cos’altro si possa fare per accrescere la propria incolumità. 46

La valutazione e la pianificazione della sicurezza sono un processo continuo, non si tratta di una conversazione una tantum. È possibile aiutare la vittima esaminando le sue esigenze e la sua situazione specifica ed esplorando le opzioni e risorse ogni volta che la incontrate e man mano che la sua situazione cambia. Valutate se il suo rientro a casa è sicuro.

Tutti i piani adottati devono essere documentati nella cartella clinica, per potervi fare riferimento in futuro! Se possibile, è opportuno consegnarne una copia alla vittima. Allo stesso tempo, si deve far presente che sussiste il rischio che l’aggressore trovi il documento e che la violenza si intensifichi.


5. Modalità di comunicazione delle misure di sicurezza e della valutazione dei rischi

“Questo video mostra come condurre una valutazione intermedia del rischio con una persona che fa uso di violenza, indicando come osservare e porre domande per identificare i fattori e il livello di rischio, garantendo sempre che la vittima venga tenuta in considerazione”. Inoltre, dimostra come, condurre un colloquio di consulenza di secondo livello, possa supportare la gestione del rischio”.

Prima di far partire il video cliccare sull’icona dei sottotitoli, poi andare su “Impostazioni” e scegliere “sottotitoli”, quindi “Traduzione automatica” ed infine la lingua “italiano”. Poi far partire il video e avrete i sottotitoli in italiano.

Questo video è il prosieguo del precedente. Introduce i vari elementi di programmazione per la gestione del rischio. https://youtu.be/tDPFIw5IwHI

Per una valutazione iniziale del rischio, parlate con la vittima in un contesto riservato e valutate le necessità immediate. Per ulteriori informazioni su come comunicare con le vittime, vedere Modulo 3.

Domande per valutare il rischio immediato di violenza 47, 48

  • Il rientro a casa è sicuro?
  • Cosa teme che possa accadere?
  • Che cosa ha minacciato l’aggressore?
  • E le minacce ai bambini?
  • La violenza fisica si è verificata più spesso o è peggiorata negli ultimi 6 mesi?
  • Possiede un’arma e l’ha mai usata o ha minacciato lei o altri membri della famiglia con un’arma?
  • Ha mai cercato di strangolarla?
  • Crede che voglia ucciderla?
  • L’ha mai picchiata quando era incinta?
  • È violentemente e costantemente geloso di lei?
  • Il maltrattante ha minacciato di suicidarsi? (rischio di femminicidio!)

Le vittime che rispondono “sì” ad almeno 3 di queste domande possono essere particolarmente esposte a un rischio immediato di violenza.


Creare un piano di sicurezza 49

Anche una vittima che non corre un rischio grave e immediato può trarre beneficio dall’avere un piano di sicurezza. Se dispone di un piano, sarà in grado di gestire meglio la situazione in caso di violenza improvvisa. Gli elementi che seguono fanno parte di un piano di sicurezza e le domande che potete rivolgere alla vittima per aiutarla a crearlo.

Un luogo sicuro dove andare“Se deve lasciare la sua casa in tutta fretta, dove può andare?”
Pianificazione per i bambini“Andrebbe da solo/a o porterebbe con sé i suoi figli?”.
Trasporti“Come ci arriverebbe?”
Oggetti da portare con sé“Deve portare con sé documenti, chiavi, denaro, vestiti o altre cose quando va via? Che cosa è essenziale?”.
Situazione finanziaria“Ha accesso al denaro se ha bisogno di andar via? Dove si trova il denaro? È possibile ottenerlo in caso di emergenza?”.
Sostegno di una persona vicina“C’è un vicino/a a cui può rivelare gli episodi di violenza, che può chiamare la polizia o venire ad aiutarla se sente rumori violenti provenire da casa sua?”.

Prestate attenzione nei casi di violenza legata all’onore. Potete essere d’aiuto valutando con la vittima le sue esigenze, informandola su ulteriori strumenti di assistenza e supportandola nella ricerca di aiuto, se lo desidera. Di solito non è possibile affrontare tutte le problematiche durante il primo incontro. Fate sapere alla vittima che siete disponibili a un nuovo incontro per parlare di altre questioni.


Non aspettatevi che la vittima prenda immediatamente delle decisioni. È frustrante pensare che la vittima non farà alcun passo per cambiare la sua situazione. Tuttavia, la persona deve prendersi il suo tempo e fare ciò che ritiene giusto per sé. Rispettate sempre i desideri e le decisioni dell’altra persona.


Come essere più sicuri a casa propria 50

Se per la vittima è difficile evitare discussioni con l’aggressore che rischiano di degenerare, è consigliabile suggerirle di tenere le conversazioni in uno spazio da cui possa uscire facilmente in caso di necessità. Per maggiore sicurezza, suggerite di evitare le stanze in cui ci potrebbero essere delle armi.

Nelle situazioni in cui l’allontanamento immediato è considerato l’opzione migliore, incoraggiate la vittima a progettare ed eseguire l’allontanamento verso un luogo sicuro prima di comunicarlo all’autore della violenza. Questo approccio è fondamentale per ridurre al minimo il rischio di violenza nei confronti di sé stessi e dei bambini coinvolti.


Evitare di mettere a rischio la vittima 51

Ridurre al minimo il rischio per l’incolumità della vittima affrontando i problemi di violenza solo in contesti riservati, assicurandosi che nessuno possa ascoltare la conversazione. Evitate di parlarne se il partner, i familiari o chiunque accompagni la vittima possa essere a portata d’orecchio, persino gli amici. Create occasioni per conversare in privato, magari mandando qualcuno a fare una commissione o assegnando un compito. Se sono presenti bambini, fate in modo che un collega li sorvegli durante la conversazione.

Mantenete la riservatezza delle cartelle cliniche conservandole in modo sicuro, lontano dalla vista del pubblico. Valutate in che modo la persona dovrà spiegare dove si trova e, se necessario, concordate un piano per i documenti che deve portare con sé, come ad esempio la documentazione per la polizia.

Questo video mostra la valutazione dei rischi, compresa la gestione della sicurezza, in maniera esaustiva. Il video descrive in che modo condurre un lavoro di collaborazione per il coordinamento dei casi e come coinvolgere una persona sopravvissuta nel processo di pianificazione della gestione dei rischi.

Prima di far partire il video attivare i sottotitoli cliccando sull’immagine ad essi relativa e poi andare su impostazioni (immagine dell’ingranaggio) e cliccare su “sottotitoli” scegliere “traduzione automatica” ed infine scegliere “italiano” A questo punto far partire il video e compariranno i sottotitoli in italiano.

Esercizio di riflessione

(1) Elencate le principali strategie di gestione del rischio e le tecniche di pianificazione della sicurezza presentate nel video.

(2) Considerate come il video sottolinei la centralità della vittima nel processo di pianificazione della gestione del rischio.

(3) Riflettete sull’importanza di responsabilizzare e coinvolgere le vittime nel processo decisionale.

(4) Identificate le potenziali sfide o barriere per un’efficace gestione del rischio e pianificazione della sicurezza.

Prendersi cura delle proprie esigenze 52

Riconoscete che i propri bisogni sono altrettanto importanti di quelli della persona assistita. Discutere o sentir parlare di violenza può suscitare reazioni o emozioni forti, soprattutto se si è subita personalmente la violenza in passato o se si stanno affrontando sfide di questo tipo. Riconoscete e comprendete le vostre emozioni, utilizzandole come opportunità di auto-riflessione. Cercate l’aiuto e il sostegno necessari per affrontare i vostri bisogni e garantire il vostro benessere emotivo. Ulteriori informazioni sono disponibili nel Modulo 9: cura di sé.


Focus su ginecologia/ostetricia, chirurgia e pediatria

6. Ginecologia/Ostetricia

Fattori di Rischio Specifici: Violenza sessuale 53

Fattori di rischio individuali per gli autori del reato:

  • Uso di alcol e droghe
  • Delinquenza
  • Mancanza di rispetto verso gli altri
  • Storia di adozione di comportamenti aggressivi e violenti
  • Iniziazione sessuale precoce
  • Fantasie sessuali di tipo coercitivo
  • Preferenza per il sesso occasionale e accettazione di comportamenti sessuali a rischio
  • Esposizione a contenuti mediatici sessualmente espliciti
  • Ostilità verso le donne
  • Aderenza alle norme tradizionali del ruolo di genere
  • Ideali di iper-mascolinità
  • Comportamento con tendenze suicide
  • Precedenti vittimizzazioni o abusi sessuali
  • Unirsi a coetanei sessualmente aggressivi, ipermascolini e delinquenti
  • Coinvolgimento in una relazione intima violenta o abusante

Fattori di rischio relazionali:

  • Storia familiare di conflitti e violenza
  • Storia infantile di violenza fisica, sessuale o emotiva
  • Ambiente familiare caratterizzato da scarso supporto emotivo
  • Scadenti relazioni genitori-figli, in particolare con i padri

Fattori di rischio nella società:

  • Norme sociali che sostengono la violenza sessuale, la superiorità maschile e il dominio sessuale
  • Norme sociali che sostengono l’inferiorità e la sottomissione sessuale delle donne
  • Leggi e politiche deboli relative alla violenza sessuale e all’equità di genere
  • Alti livelli di criminalità e altre forme di violenza

“Questo video illustra una simulazione di un operatore sanitario in una clinica prenatale che effettua lo screening di una paziente per verificare la presenza di violenza familiare e domestica”.

Prima di far partire entrambi i video attivare i sottotitoli cliccando sull’immagine ad essi relativa e poi andare su impostazioni (immagine dell’ingranaggio) e cliccare su “sottotitoli” scegliere “traduzione automatica” ed infine scegliere “italiano” A questo punto far partire il video e compariranno i sottotitoli in italiano.
“In questo video, Marta P. Chadwick, direttrice dei programmi di intervento e prevenzione della violenza presso il Women’s Hospital Center for Community Health and Health Equity di Brigham, esamina lo strumento di valutazione del rischio utilizzato da Passageway e descrive come è stato utilizzato con successo per aiutare le/i pazienti in relazioni di abuso”.

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Situazione ad alto rischio: Gravidanza

I fattori di rischio specifici durante la gravidanza includono:

  • il fatto che si tratti di una gravidanza indesiderata, soprattutto se insorta in giovane età
  • isolamento e scarso sostegno da parte della famiglia e degli amici durante la gravidanza

Per i fattori di rischio generici (applicabili anche in caso di gravidanza), cliccare qui.

Le conseguenze della violenza domestica in gravidanza possono includere un aumento del rischio di aborto spontaneo, preeclampsia, parti pretermine e nati morti. È anche possibile che il partner costringa la donna a portare avanti la gravidanza (la cosiddetta “coercizione riproduttiva”). In questi casi possono sorgere problemi come l’interruzione di gravidanza autoindotta e non professionale e la mancanza di un coinvolgimento prenatale.

Proprio la gravidanza e il parto possono favorire un maggiore contatto tra la donna e il personale sanitario, fornendole così l’opportunità di far emergere la sofferenza legata alla violenza domestica e di poter formulare una richiesta di aiuto.

I possibili indicatori che dovrebbero indurre i medici e le ostetriche a sospettare situazioni di violenza sono riportati nel modulo 2.


7. Chirurgia e Pronto Soccorso

In ambito chirurgico e all’interno del pronto soccorso, la valutazione del rischio è fondamentale in quanto la violenza fisica si è già verificata, il che colloca questi casi nella categoria ad alto rischio.

Caso studio – Valutazione del rischio e pianificazione della sicurezza in pronto soccorso

Nel modulo 4 avete letto il caso di Robin, un uomo di 36 anni, che è arrivato al pronto soccorso con un trauma cranico ed ematomi multipli sul braccio sinistro, oltre a contusioni in vari stadi di guarigione. Era accompagnato dalla sorella, che ha assunto un ruolo di controllo durante la visita, rispondendo alle domande per conto di Robin e monitorando attentamente le interazioni con il medico. Robin evitava il contatto visivo e sembrava esitare a condividere le informazioni in modo autonomo.

Ulteriori indagini hanno rivelato incongruenze tra il racconto fornito dalla sorella di Robin e le lesioni osservate. Robin ha assunto un comportamento sottomesso e ha manifestato una paura palpabile verso il contatto fisico. Questi segnali hanno fatto temere una potenziale violenza domestica. Durante una conversazione riservata con il medico curante, Robin si apre e inizia a parlare:

Dottore: Robin, voglio che lei sappia che qui si trova in uno spazio sicuro e che tutto ciò che dirà sarà mantenuto confidenziale. È importante per noi comprendere il quadro completo in modo da poterle fornire le cure migliori.

Robin: (dopo una pausa) Beh, in realtà… Ho avuto dei problemi a casa.

Dottore: Mi dispiace sentirlo. Non è facile parlarne, ma è importante affrontare questi problemi. Si sente al sicuro a casa?

Robin: (scuote la testa) Non proprio. Ho paura che le cose possano degenerare.

Dottore: Ok, grazie per avermelo confidato. Siamo qui per sostenerla. Parliamo di alcune strategie per pianificare al meglio la sua sicurezza. Ha pensato a dove potrebbe andare se avesse bisogno di uscire di casa velocemente?

Robin: (annuisce) Sì, ho un amico da cui potrei stare per un po’.

Dottore: È un buon inizio. È importante avere un piano per sapere dove andare in caso di necessità. Ora parliamo delle persone a cui può rivolgersi per avere un sostegno. Ha qualcuno di cui si fida, come un amico o un familiare, con cui può confidarsi?

Robin: Sì, posso parlare con mio fratello.

Dottore: È fantastico. Avere qualcuno con cui parlare può fare una grande differenza. Ora, Robin, ho bisogno di farle alcune domande per capire meglio cosa è successo. Può descrivermi gli eventi che hanno portato alle sue ferite?

Robin: È un po’ complicato. Ho avuto una discussione con mia sorella e le cose sono degenerate…

Dottore: Capisco. Può dirmi qualcosa di più sulla lite? C’è stata violenza fisica?

Robin: Sì, mia sorella si è arrabbiata e ha iniziato a picchiarmi. Non è la prima volta che succede.

Dottore: Mi dispiace sentirlo, Robin. È importante per me capire la frequenza e la gravità di questi incidenti. Con che frequenza si verificano episodi di violenza di questo tipo e lei ha subito lesioni in passato?

Robin: È da un po’ di tempo che succede a periodi alterni. A volte si tratta solo di urla, ma altre volte si passa alle maniere forti. Ho già riportato lividi e tagli in passato.

Dottore: Grazie per avermelo confidato, Robin. È fondamentale per noi valutare il livello di rischio che sta affrontando e determinare il supporto e le risorse appropriate. Ci sono fattori scatenanti o motivi specifici che sembrano portare a questi incidenti?

Robin: È difficile dirlo. A volte è come camminare sulle uova. Qualsiasi cosa può far scattare mia sorella.

Dottore: Capisco. Sembra che lei stia affrontando un periodo di elevato stress e di incertezze. Voglio che sappia che non è solo e che ci sono persone che possono aiutarla a superare questa difficile situazione. Ha mai pensato di rivolgersi a qualche servizio di supporto o di consulenza in passato?

Robin: Non proprio, ma sono disponibile a farlo.

Dottore: Mi fa piacere sentirlo, Robin. Posso fornirle informazioni sui servizi di assistenza e consulenza locali specializzati in violenza domestica. È essenziale avere un sistema di supporto mentre si attraversa un momento così difficile. Vuole che la metta in contatto con queste strutture?

Robin: Sì, credo che sarebbe utile.

Dottore: Ok, farò in modo di fornirle queste informazioni prima che se ne vada oggi. Nel frattempo, se ha domande o dubbi, non esiti a farmelo sapere. La sua sicurezza e il suo benessere sono le nostre principali priorità.

Esercizio di riflessione:

(1) Riflettete sulle strategie di sicurezza discusse dal medico. Valutate la loro efficacia nel mettere Robin in condizione di prendere provvedimenti per proteggersi da ulteriori danni.

(2) Considerate l’uso da parte del medico di domande aperte per incoraggiare Robin a condividere le sue esperienze. Riflettete su come questo approccio aiuti a scoprire dettagli importanti sulla situazione.

(3) Valutate l’importanza di verificare la frequenza e la gravità degli episodi di violenza domestica per determinare il livello di rischio della vittima. Considerate come queste informazioni influenzino il piano per la sicurezza e l’accesso ai servizi di supporto.


8. Pediatria

Prima di far partire li video attivare i sottotitoli cliccando sull’immagine ad essi relativa e poi andare su impostazioni (immagine dell’ingranaggio) e cliccare su “sottotitoli” scegliere “traduzione automatica” ed infine scegliere “italiano” A questo punto far partire il video e compariranno i sottotitoli in italiano.

Maggior rischio di essere vittima di violenza domestica: 54

  • Bambini con ritardi nello sviluppo motorio e solo lievi ritardi nello sviluppo intellettivo.
  • I bambini e gli adolescenti con deficit sensoriali presentano un rischio maggiore di 7,5 volte.
  • I bambini con problemi comportamentali come disturbi dell’attenzione e iperattività (ADHD) presentano un rischio maggiore. Particolarmente colpiti sono i bambini di età inferiore ai sei anni provenienti da famiglie a basso reddito.
  • I bambini con malattie croniche presentano un rischio da 2 a 3 volte maggiore.
  • I bambini e gli adolescenti con disabilità hanno un rischio da 3 a 7 volte maggiore.
  • Bambini di età inferiore ai 4 anni 55
  • Bambini con esigenze particolari che contribuiscono ad aumentare il carico di lavoro del caregiver (ad esempio, disabilità, problemi di salute mentale e malattie fisiche croniche). 56

È fondamentale adottare un approccio riservato e delicato quando si parla di violenza domestica con i bambini e i giovani, poiché sono profondamente colpiti da queste esperienze, direttamente o indirettamente. Fornendo informazioni e sostegno adeguati all’età, possiamo metterli in grado di capire cos’è la violenza domestica, di riconoscere i comportamenti malsani e di cercare aiuto se necessario. Per ulteriori informazioni, consultare il modulo 3.

Per ulteriori informazioni, fai clic sulle crocette nell’illustrazione.

Sources: 57, 58,59, 60, 61, 62


Focus sull’Odontoiatria

9. Odontoiatria

È importante che i dentisti abbiano competenze nella valutazione del rischio e nella pianificazione della sicurezza per valutare meglio il rischio delle persone colpite da violenza domestica e fornire un supporto adeguato.

Caso studio – Valutazione del rischio e pianificazione della sicurezza nello studio dentistico

Avete già incontrato la Sig.a Miller nel modulo 3 e nel modulo 4.

Ricordiamo che la donna si è recata presso lo studio dentistico per un mal di denti. Durante il trattamento, il dentista ha notato diversi ematomi e petecchie periorbitali. Una volta effettuata una radiografia, è stata diagnosticata anche una frattura della mandibola. La signora Miller ha acconsentito a documentare le prove e ha spiegato come si erano verificate le lesioni. Poiché il trattamento della frattura della mandibola comportava diversi appuntamenti di cura e di controllo, la signora Miller ha instaurato un rapporto di fiducia con il suo dentista.

Quando la signora Miller si presenta per l’ultimo controllo, alcuni mesi dopo, il dentista nota nuove lesioni. Documenta le nuove lesioni e ne approfitta per parlare con la signora Miller.

Dentista: “Signora Miller, come sta? Qualche mese fa abbiamo parlato della sua situazione a casa. Ora va meglio a casa? Vedo nuove ferite sull’orecchio e sulla fronte”.

La signora Miller (esitando): “È… complicato. La situazione non è migliorata. Le discussioni con Martin continuano a ripetersi”.

Dentista: “Mi dispiace che abbiate ancora problemi a casa. Ci sono circostanze che sembrano scatenare la violenza?”.

Signora Miller: “Sì… Martin si arrabbia sempre quando cerco di entrare in contatto con gli altri, sia che si tratti di parlare con il nostro vicino o al telefono”.

Dentista: “Cosa succede quando il suo partner si arrabbia?”.

Signora Miller: “Non riesce più a controllare la sua rabbia e a volte diventa violento”.

Dentista: “Ultimamente si arrabbia sempre più spesso e gli scatti d’ira sono sempre più violenti?”.

Signora Miller: “Sì, se ci penso… ultimamente succede più spesso. Sta diventando anche più violento… Una volta mi ha persino tirato un piatto e mi ha fatto un grosso livido in faccia”.

Dentista: “Sono preoccupato per lei, perché da quello che mi ha detto, la frequenza e l’entità delle violenze nei suoi confronti stanno aumentando. Ha una persona fidata con cui parlare?”.

Signora Miller: “Dopo essermi trasferita in un’altra casa, ho perso i contatti con quasi tutti i miei amici e familiari. Parlo regolarmente solo con mia sorella al telefono, ad esempio quando Martin è al lavoro. Lei vive a 30 minuti da qui”.

Dentista: “Mi fa piacere sentire questo. Ora vorrei parlarle di cosa può fare se non si sente più al sicuro a casa. È importante che lei abbia un posto dove andare se la situazione si aggrava. Potrebbe essere sua sorella, ad esempio. Dovrebbe anche prendere in considerazione l’idea di lasciarle uno zaino con le copie dei suoi documenti più importanti, come il certificato di nascita e il passaporto”.

La signora Miller: ” Devo tenerne conto perchè non mi sento per niente al sicuro a casa mia. Martin a volte si arrabbia molto con me e la colpa è sempre mia”. Alla fine della conversazione, il dentista sottolinea ancora una volta che non è mai giusto fare del male a qualcun altro, anche se si è arrabbiati, e che la signora Miller non è da biasimare per la situazione. Le dice che è molto importante pensare a dove andare se ha paura quando è a casa e che la signora Miller può rivolgersi a lei in qualsiasi momento per ulteriori informazioni. Le dà un biglietto da visita specifico, che contiene in maniera anonimizzata numeri di telefono importanti per queste situazioni.

Esercizio di riflessione ulteriore:

(1) Quali strategie di comunicazione utilizza il dentista?

(2) Quali fattori di rischio specifici può identificare il dentista che potrebbero suggerire un ulteriore aumento della gravità della violenza?

(3) Perché è importante che i dentisti abbiano competenze nella valutazione del rischio e nella pianificazione della sicurezza?

(4) Come può il dentista continuare ad aiutare la paziente?


Fonti

  1. “Risk Assessment.” Gippsland Family Violence Alliance , November 9, 2023. Accessed 31.01.2024 https://gippslandfamilyviolencealliance.com.au/risk-assessment/#what-is-risk-management ↩︎
  2. “Risk Assessment.” Gippsland Family Violence Alliance , November 9, 2023. Accessed 31.01.2024 https://gippslandfamilyviolencealliance.com.au/risk-assessment/#what-is-risk-management ↩︎
  3. Risk Assessment.” Gippsland Family Violence Alliance , November 9, 2023. Accessed 31.01.2024 https://gippslandfamilyviolencealliance.com.au/risk-assessment/#what-is-risk-management ↩︎
  4. Gondolf, E. W. 2002, Batterer Intervention Systems: Issues, Outcomes and Recommendations, Sage Publications, Thousand Oaks, p. 171. ↩︎
  5. Gondolf, E. W. 2002, Batterer Intervention Systems: Issues, Outcomes and Recommendations, Sage Publications, Thousand Oaks, p. 167. ↩︎
  6. Roehl, J., & Guertin, K. 2000, ‘Intimate partner violence: The current use of risk assessments in sentencing offenders’, The Justice System Journal, vol. 21, no. 2, pp. 171-198. ↩︎
  7. Gondolf, E. W. 2002, Batterer Intervention Systems: Issues, Outcomes and Recommendations, Sage Publications, Thousand Oaks. ↩︎
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  11. Rechtsanwältin Susanne Köhler, “Hochrisikomanagement bei häuslicher Gewalt – Was ist das?”, 2022, p. 16. https://www.lpr.sachsen.de/download/SusanneKoehlerHochrisikomanagement.pdf ↩︎
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  14. Richards, T. N., Jennings, W. G., Tomsich, E., & Gover, A. (2014). A 10-year analysis of rearrests among a cohort of domestic violence offenders. Violence and Victims, 29(6), 887–906. ↩︎
  15. Stark, E., & Hester, M. (2019). Coercive control: Update and review. Violence Against Women, 25(1), 81–104. https://doi.org/10.1177/ 1077801218816191 ↩︎
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  26. Trisha Leahy , Grace Pretty & Gershon Tenenbaum (2008) A Contextualized Investigation of Traumatic Correlates of Childhood Sexual Abuse in Australian Athletes, International Journal of Sport and Exercise Psychology, 6:4, 366-384, DOI: 10.1080/1612197X.2008.9671880 ↩︎
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    Hardesty, J. L., & Ganong, L. H. (2006). How women make custody decisions and manage co-parenting with abusive former husbands. Journal of Social and Personal Relationships, 23(4), 543–563. https:// doi.org/10.1177/0265407506065983 ↩︎
  31. Gutowski, E. R., & Goodman, L. A. (2023). Legal abuse and mental health: The role of judicial betrayal. Psychology of Violence. ↩︎
  32. Laing, L. (2017). Secondary victimization: Domestic violence survivors navigating the family law system. Violence against women, 23(11), 1314-1335. Gutowski, E. R., & Goodman, L. A. (2023). Legal abuse and mental health: The role of judicial betrayal. Psychology of Violence. ↩︎
  33. Spearman, K. J., Hardesty, J. L., & Campbell, J. (2023). Post-separation abuse: A concept analysis. Journal of advanced nursing, 79(4), 1225–1246. https://doi.org/10.1111/jan.15310 ↩︎
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  35. National Center for Injury Prevention and Control, Division of Violence Prevention. Risk and Protective Factors for Perpetration. Centers for Disease Control and Prevention 2021. https://www.cdc.gov/violenceprevention/elderabuse/riskprotectivefactors.html (accessed February 6, 2024). ↩︎
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  41. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
    violence, p. 25. ↩︎
  42. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
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  43. Boyle A, Jones P, Lloyd S. The association between domestic violence and self harm in emergency medicine patients. Emerg Med J. 2006 Aug;23(8):604-7. doi: 10.1136/emj.2005.031260. PMID: 16858090; PMCID: PMC2564159. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2564159/ ↩︎
  44. Sondern, Lisa & Pfleiderer, Bettina. (2020). Why the integration of sex and gender aspects will improve domestic violence risk assessment. 155-165. https://bulletin.cepol.europa.eu/index.php/bulletin/article/view/413/332 ↩︎
  45. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
    violence, p. 25. ↩︎
  46. 1800 Respect, national domestic family and sexual violence counselling service, accessed: 01.02.24, https://www.1800respect.org.au/resources-and-tools/risk-assessment-frameworks-and-tools/risk-assessment ↩︎
  47. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
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  49. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
    violence, Making a safety plan p. 27. ↩︎
  50. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
    violence, Making a safety plan p. 28. ↩︎
  51. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
    violence, Making a safety plan p. 28. ↩︎
  52. WHO (2014) Clinical handbook Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual
    violence, Making a safety plan p. 33. ↩︎
  53. National Center for Injury Prevention and Control, Division of Violence Prevention. Risk and Protective Factors for Perpetration. Centers for Disease Control and Prevention 2021. https://www.cdc.gov/violenceprevention/sexualviolence/riskprotectivefactors.html (accessed February 6, 2024). ↩︎
  54. Deutscher Ärzteverlag GmbH RDÄ. Kinder mit Behinderungen Werden zu Wenig vor Misshandlungen Geschützt. Deutsches Ärzteblatt 2023. https://www.aerzteblatt.de/nachrichten/145658/Kinder-mit-Behinderungen-werden-zu-wenig-vor-Misshandlungen-geschuetzt?rt=740e2f97b968368ea8a4c9d79b86f559 (accessed January 31, 2024). ↩︎
  55. National Center for Injury Prevention and Control, Division of Violence Prevention. Risk and Protective Factors for Perpetration. Centers for Disease Control and Prevention 2021. https://www.cdc.gov/violenceprevention/childabuseandneglect/riskprotectivefactors.html (accessed February 6, 2024). ↩︎
  56. National Center for Injury Prevention and Control, Division of Violence Prevention. Risk and Protective Factors for Perpetration. Centers for Disease Control and Prevention 2021. https://www.cdc.gov/violenceprevention/childabuseandneglect/riskprotectivefactors.html (accessed February 6, 2024). ↩︎
  57. National Center for Injury Prevention and Control, Division of Violence Prevention. Risk and Protective Factors for Perpetration. Centers for Disease Control and Prevention 2021. https://www.cdc.gov/violenceprevention/childabuseandneglect/riskprotectivefactors.html (accessed February 6, 2024). ↩︎
  58. Deutscher Ärzteverlag GmbH RDÄ. Kinder mit Behinderungen Werden zu Wenig vor Misshandlungen Geschützt. Deutsches Ärzteblatt 2023. https://www.aerzteblatt.de/nachrichten/145658/Kinder-mit-Behinderungen-werden-zu-wenig-vor-Misshandlungen-geschuetzt?rt=740e2f97b968368ea8a4c9d79b86f559 (accessed January 31, 2024). ↩︎
  59. Deutscher Ärzteverlag GmbH RDÄ. Kinder mit Behinderungen Werden zu Wenig vor Misshandlungen Geschützt. Deutsches Ärzteblatt 2023. https://www.aerzteblatt.de/nachrichten/145658/Kinder-mit-Behinderungen-werden-zu-wenig-vor-Misshandlungen-geschuetzt?rt=740e2f97b968368ea8a4c9d79b86f559 (accessed January 31, 2024). ↩︎
  60. Deutscher Ärzteverlag GmbH RDÄ. Kinder mit Behinderungen Werden zu Wenig vor Misshandlungen Geschützt. Deutsches Ärzteblatt 2023. https://www.aerzteblatt.de/nachrichten/145658/Kinder-mit-Behinderungen-werden-zu-wenig-vor-Misshandlungen-geschuetzt?rt=740e2f97b968368ea8a4c9d79b86f559 (accessed January 31, 2024). ↩︎
  61. National Center for Injury Prevention and Control, Division of Violence Prevention. Risk and Protective Factors for Perpetration. Centers for Disease Control and Prevention 2021. https://www.cdc.gov/violenceprevention/childabuseandneglect/riskprotectivefactors.html (accessed February 6, 2024). ↩︎
  62. National Center for Injury Prevention and Control, Division of Violence Prevention. Risk and Protective Factors for Perpetration. Centers for Disease Control and Prevention 2021. https://www.cdc.gov/violenceprevention/childabuseandneglect/riskprotectivefactors.html (accessed February 6, 2024). ↩︎